Guarda che per ottenere la rotazione nei due sensi con un Half Bridge non ci fdai nulla, occorre un Full Bridge o Ponte ad H, che in pratica presenta quatto componenti di commutazione chiudendo una coppia alla volta si ottiene la rotazione in un senso o nell'altro. Piuttosto che scrivere qui una lunga descrizione del funzionamento ti consiglio di leggere questo documento dell Rhom che tratta gli aspetti "metodologici" e illustra anche i componenti, da loro prodotti che lo implementano
http://www.rohm.com/documents/11303/41217/100260.H-BRDG_WP_J…
Il vantaggio di essere intelligente e' che si puo' sempre fare l'imbecille, mentre il contrario e' del tutto impossibile. -- W. Allen
schottky
postato il: 27.01.2017, alle ore 11:30
Infatti gironico haveva parloto del ponte ad H che è appunto un FUll-Bridge non Half.
Il vantaggio di essere intelligente e' che si puo' sempre fare l'imbecille, mentre il contrario e' del tutto impossibile. -- W. Allen
A monte dell'input posso mettere un pulsante semplice oppure un flip-flop, a seconda della situazione, dico bene?
shades70
postato il: 27.01.2017, alle ore 12:38
Però non capisco un paio di cose:
quali sono i valori delle resistenze se utilizzassi, ad esempio, dei transistor 2N3055(NPN) e MJ2955(PNP) al posto dei corrispondenti BD911/BD912?
A cosa serve quel BJT marcato come C282 nello schema?
La porta logica in linea all'INPUT mi pare trattasi di una NOT GATE, quale componente reale dovrei utilizzare? Un CD4001 o similare?
Stiamo sempre parlando di un pulsante collegato ad una batteria da 9V alkalina come input... il cui polo negativo va alla massa del circuito rappresentato nell'immagine.
Per il PWM vediamo più avanti. Un passo alla volta.
schottky
postato il: 27.01.2017, alle ore 12:40
Lacosa, come al solito, è un pò più complicata. Perchè per le potenze di cui hai bisogno i mosfet esistono praticamente solo a canale N e hanno bisogno per essere controllati di appositi "low sidw" e "high side" driver
Il vantaggio di essere intelligente e' che si puo' sempre fare l'imbecille, mentre il contrario e' del tutto impossibile. -- W. Allen
Il vantaggio di essere intelligente e' che si puo' sempre fare l'imbecille, mentre il contrario e' del tutto impossibile. -- W. Allen
double_wrap
postato il: 27.01.2017, alle ore 12:49
shades70: [CUT] Intendevo: visto che i motori hanno una loro alimentazione a 48V/10A, io devo utilizzare quella, una volta con 0V +12V e un'altra volta con 0V -12V, questa cosa io al momento la ottengo con un doppio deviatore meccanico, cioè a levetta, [CUT]
dipende dalle varie situazioni che mi si presentano in officina quando devo attivare i motori (pompe di aspirazione e di insufflazione per liquidi, trascinatori di cinghie per trasporto su binari, etc.).
Per aiutarti descrivi meglio il contesto in cui operano i motori ad esempio come si accoppiano alle macchine operatrici. Ci sono giunti elastici o frizioni? I motori sono autoprotetti? Parli di motori a 48V/20A che alimenti a +/-12V con un doppio deviatore, che si presume sia parecchio robusto. Ma sono a 12V o a 48V?
Viste le specifiche di massima la soluzione migliore e' programmare un micro e un atmega328P e' un integrato con 28 pin grande quanto due CD4011 affiancati ed assieme al quarzo, ai 2 condensatori ed al regolatore di tensione occupa meno di un quarto della spazio di una piletta a 9 V, non serve mica una board arduino, uno o nano che sia.
Oltre a gestire l'avvio ed il rallentamento e ogni possibile ingresso (pulsante, timer sensore prossimita') potrai gestire la commutazione del ponteH col giusto ritardo ed realizzare un sensore di sovraccarico che con quelle potenze e' indispensabile.
Per ultimo visto che il tutto sembra dover operare in una officina professionale io valuteri anche gli aspetti di sicurezza e certificazione affidando il lavoro ad un professionista qualificato.
"se peso cado, ma se cado non peso"
adamatj.altervista.org
palombo
postato il: 27.01.2017, alle ore 14:04
per una scemata del genere (se è vero che sai programmare) basta (e avanza pure di parecchio) uno stupido attiny13 che si programma anche con arduino. E' grande come un ne555 e non necessita di nessun componente esterno tranne una res sul reset!
Usare logica tradizionale per fare anche il soft start non ne esci fuori tanto facilmente (per non parlare poi nella pratica dei rimbalzi sui pulsanti...)
"senza parole"...sennò ci tassano pure quelle!
shades70
postato il: 27.01.2017, alle ore 15:08
Heila', quanta gente!!! GRAZIE!
Innanzitutto c'e' tra di voi qualcuno che sappia dirmi come editare un post appena inviato? Mi capita spesso di scrivere fregnacce, quindi vorrei evitare di fare 1000 post per esprimere correttamente un concetto.
Venendo al problema circuitale: ho trovato ciò che fa al caso mio in termini di H-BRIDGE:
Mettendo per un momento da parte il soft-start e il soft-end dei motori, confermatemi, vi prego, quanto segue: se intervengo con un pulsante semplice tra la batteria a 9V (o a 3,7V che dir si voglia) e il pin 1 del connettore SIGNAL ottengo, premendolo, una rotazione in un verso (diciamo in senso orario) mentre se il pulsante e' collegato al pin 2 la rotazione e' antioraria; se non premo nessun pulsante il motore resta fermo. La massa della batteria va alla massa del circuito (pin 2 del POWER).
Se metto un flip-flop (configurato come latching switch) tra la batteria e uno dei due pin del SIGNAL il motore continuera' a girare nel verso stabilito dal pin corrispondente.
I MOSFET da 20/30A, anche PNP, non sono ne' costosi ne' difficili da reperire, inoltre il tempo di esercizio e' veramente ridotto, non piu' di 5 minuti di lavoro ogni ora.
L'idea dell'ATTINY mi stuzzica ma per il momento voglio implementare una soluzione senza micro, anche per fare un po' di esperienza con l'elettronica a soli componenti discreti.
L'officina non e' professionale, e' la mia e ci svolgo lavoretti di bricolage (dove i motori pompano o soffiano aria per rimuovere essenzialmente la segatura) o ci faccio piccoli esperimenti di idraulica dove devo immettere o aspirare liquidi vari, poi ho dei nastri trasportatori che spostano oggetti pesanti e degli argani che alzano/abbassano dei carichi.
Il mio obiettivo finale consiste nel piazzare in prossimita' di ciascun motore un ricevitore (radio o infrarossi) che recepisca l'impulso da un telecomando attaccato alla cintura dei miei pantaloni e faccia girare ciascun motore nel verso che mi serve di volta in volta, senza che io debba correre da una parte all'altra dell'officina come un'ape impazzita.
Al momento mi basta anche una pulsantiera centralizzata dalla quale si dipartono i fili che arrivano a ciascun circuito di scambio (quello dell'immagine qui sopra) che si occupa di far girare, da una parte o dall'altra, il motore al quale e' collegato.
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