Autoradio Voxson Tanga verde (Fm)
Salve a tutti, approfittando del fatto che finalmente mi sono deciso a smontare l'esemplare in mio possesso per sistemare il comando del volume che non reagisce più alle rotazioni della ghiera ho pensato di realizzare questa
guida corredata di numerose foto e alcuni dettagli tecnici e di smontaggio.
(a proposito delle foto la qualità non è il massimo ma tenete presente che sono fatte con una digitale da 40 euro)
Per iniziare due cenni sull'azienda Italiana che produceva questa autoradio; la ditta nasce nel 1952 con il nome FARET che sta per Fabbrica Apparecchi Radio e Televisione S.p.A., alla produzione di televisori e radio per casa si aggiunge alla fine degli anni sessanta anche il settore auto e il nome dell'azienda viene cambiato in un più moderno Voxson s.p.a. vendite e prodotti continuano a crescere fino a metà anni 70 arrivando ad avere 1800 dipendenti e a essere un produttore di rilievo in europa, purtroppo però la seconda metà degli anni 70 segnano il declino di questa azienda che viene ceduta un paio di volte, alla EMI e poi all'imprenditore Ortolani, oberata dai debiti e da mancati piani di rilancio statali chiude definitivamente nel 1987, un seguito viene acquisito il solo marchio Voxson per marchiare e distribuire prodotti costruiti nel Sudest Asiatico.
L'autoradio oggetto di questa recensione è un apparecchio particolare anche tenendo conto che è stato prodotto nei primi anni 70 (dal 1970 fino al 1976)e possiede un certo valore "collezionistico" 50/60 euro e più a seconda delle versioni forse perchè condensava su di se una serie di idee funzionali e innovative almeno per l'epoca.
Le peculiarità erano un design ricercato anche se semplice nelle linee curato da Rodolfo Bonetto, poi grazie al fatto di contenere solo il ricevitore e non la sezione di amplificazione si era potuto ridurre di molto le dimensioni (70x40x25mm la parte rimovibile) non a caso venne chiamato "Tanga", in pratica uno dei primissimi estraibili realmente piccolo e trasportabile costruito, piccolo scotto da pagare era però che nelle suddette dimensioni non ci stava anche il ricevitore per le onde medie per l'epoca irrinunciabile, il problema venne elegantemente aggirato creando un secondo apparecchio identico ma dal colore diverso per identificarlo quindi: VERDE per la ricezione dell'Fm ROSSO per le Onde Medie e a quanto pare GIALLO in una versione per mercati esteri per le onde lunghe, si poteva quindi scegliere quale tuner acquistare in base alle proprie esigenze e finanze.
A questa funzionalità e flessibilità si aggiungeva anche la varietà di confezioni con relativi accessori in vendita; versione 1 tuner + base amplificata , 2 tuner +base amplificata, versione con docking station a 220v + tuner e diffusore per l'ascolto in casa o in garage, tutta questa attenzione intorno a un oggettino che non era altro che un ricevitore non deve stupire, oggi con le moderne tecnologie e con i costi contenuti abbiamo ricevitori un po ovunque: radiosveglia, lettore mp3, autoradio, stereo hi-fi ma in quegli anni il poter utilizzare il modulo ricevitore in casa anche quando l'auto era ferma costituiva un plus in un apparecchio non indifferente visto anche il prezzo di vendita dell'epoca che anche se non conosco immagino non fosse proprio basso.
Da qui in avanti le foto saranno relative al Voxson in mio possesso - ricevitore FM e base amplificata.
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Nella prima foto "segnaletica" si può apprezzare l'estrema compattezza e semplicità del design, le misure sono 70x40x25mm nella vista frontale oltre alla scala di sintonia limitata ai 88-105Mhz come era usuale a quei tempi sono presenti solo due comandi; la regolazione del volume e della sintonia realizzati con due ghiere posizionate alle estremità in modo da consentire una più agevole regolazione delle stesse. Sul retro abbiamo solamente 4 forellini relativi ai contatti necessari per il funzionamento, quattro contatti sono il minimo necessario infatti abbiamo; positivo alimentazione, massa, entrata segnale antenna, uscita segnale bf da amplificare, oltre a questo vi è solo un "misterioso" intaglio nella parte inferiore di cui spiegerò la funzione più avanti insieme all'ordine dei contatti.
Nella seconda foto si può vedere la base dim. 87x65x30mm contenente l'amplificatore di potenza con l'incavo per accogliere il sintonizzatore e i 4 contatti maschio che sporgono da esso in oltre vi sono due fori per le viti di fissaggio alla plancia, infatti non essedo di norma ai tempi previsto il montaggio a "incasso" il tutto veniva fissato a "sbalzo" magari forando la lamiera (Fiat 500) unico comando il tasto rosso di accensione più i pochi cavi di collegamento, trattandosi di un apparecchio mono con amplificatore NON a ponte tutte le masse sono in comune.
E ora lo smontaggio!
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I due gusci che compongono l'involucro del ricevitore sono tenuti assieme da due soli dentini a incastro è quindi facile aprire il tutto, devo dire che per fortuna è stata utilizzata plastica di qualità, ovvero dopo 35 anni è ancora abbastanza elastica e il sistema a incastro funziona ancora bene si potrà quindi richiudere il tutto senza problemi, mi viene in mente perchè mi è gia capitato che se apro un telecomando moderno minimo 2/3 dentini si spaccano e devo ricorrere alla colla per richiuderlo bene (sigh!).
Ora da aperto si può capire a cosa serve il misterioso intaglio presente sul guscio inferiore, in pratica è un prolungamento del plexiglas della mascherina della sintonia in modo da ricevere la luce che proviene dalla base dove è collocata una piccola lampadina (niente led ai tempi) e sfruttando da rifrazione tipo fibra ottica va a illuminare la scala di sintonia.
Per il momento la parte elettronica è ancora celata da un lamierio a sagomato a U che scherma il circuito stampato,
sul lato infreriore è presente la solita puleggia e cordino con indice collegato alla manopola della sintonia, si tratta quindi di un classico ricevitore a condensatore variabile.
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A questo punto per continuare lo smontaggio occorre rimuovere il cordino e agire sui due dentini con un cacciavite
si potrà così rimuovere la parte in plastica bianca che fa da supporto alle due ghiere di sintonia e volume fatto
ciò il circuito stampato rimarrà comunque solidale al lamierino di schermo perchè saldato in più punti sul retro.
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Ora per poter liberare il circuito stampato dal lamierino di schermo è necessario dissaldare i tre punti a cui questo è connesso, in alternativa alla dissaldatura è possibile (come ho fatto io) "tagliare" lo stagno con la lama affilata di un taglierino si evita cosi il rischio di surriscaldare il circuito stampato.
Una volta rimosso lo stagno e liberato dallo schermo il circuito stampato come era prevedibile ci si trova di fronte a una basetta piena di componenti assemblati in modo molto ravvicinato.
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Arrivato finalmente a vedere i componenti pare ci sia un pò di tutto, condensatori a disco e tantalio, compensatori, bobine, diodo zener da 5,6v, diodo a capacità variabile BA102, 1 transistor BF424 e un altro incollato a una piccola bobina in ferrite probabilmente anche lui BF424, in oltre è presente anche un integrato µA3089PC (cito dal datasheet: FM IF LIMITER DETECTOR AUDIO PREAMPLIFIER) della Fairchild. -
datasheet-
La seconda foto é relativa al guscio superiore, una volta smontato della base contenente l'amplificazione, l'unica cosa degna di nota è il piccolo schermo in lamierino lucido sagomato per convogliare la luce di una piccola lampadina saldata sul circuito stampato sottostante verso la feritoia in plexiglas presente sul ricevitore.
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Nella prima foto si può vedere la basetta della stadio di amplificazione ancora fissata alla piastrina di alluminio
che chiude la parte posteriore del guscio in plastica sopra descritto, la parte di amplificazione è svolta da un integrato TBA810AS della TELEFUNKEN -datasheet- accreditato addirittura di 7W di potenza (fingiamo di crederci) la caratteristica peculiare della versione "AS" era di avere nella zona centrale del chip al posto dei piedini due piccole alette con foro per smaltire il calore, infatti se notate ai lati dell'integrato sono presenti due torrette con viti solidali alla piastrina di alluminio a cui viene trasmesso il calore generato dall'integrato.
Nella seconda foto oltre al pulsante di accensione si può vedere la piccola lampadina che serve a illuminare la scala di sintonia (dopo 35 anni ancora si accende), appena più sotto i quattro contatti che si inseriscono sul retro del ricevitore portando le tensioni, a cui tramite un sofisticato software di fotoritocco (Paint di Windows) o scritto la relativa funzione.
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Penultima foto, il lato piste del circuito amplificatore non ha un aspetto molto industriale, le piste hanno un percorso un pò naif alcune piste poi sono stagnate a spessore e altre no e si è ricorso a un massiccio uso di flussante che è rimasto fra queste, ma infondo che importa, è un apparecchio di più di 30 anni fa e funziona ancora perfettamente.
Ultima foto, la base in alluminio che funge anche da dissipatore privata di tutti i componenti e a fianco il sottile foglio in plastica interposto fra circuito stampato e base in alluminio per evitare cortocircuiti.
P.S per chi si chiedesse a cosa serve quest'ultima foto rispondo : a niente mi serviva per fare la coppia.
Prova di utilizzo
Dopo aver sistemato il problemino al controllo del volume a cui accennavo a inizio articolo e rimontato il tutto è ora della prova sul campo, purtroppo però mi son presto reso conto che un test in auto non si poteva fare visto che non trovo più le chiavette per rimuovere momentaneamente la mia autoradio così da poter accedere allo spinotto dell'antenna per cui il tutto è stato provato al banco con alimentatore stabilizzato da 12v + un breve tratto di cavo schermato terminato con uno stilo da 50cm recuperato da una vecchia radio e come diffusore una cassa chiusa di uno stereo compatto che non uso da anni.
Come mi aspettavo allaccensione un forte "bump" dalla cassa mi ricorda che ai tempi non si usava mettere nelle autoradio circuiti di ritardo o muting di accensione infatti amplificatore e sintonizzatore sono alimentati all'istante alla pressione del tasto rosso sulla base, inevitabile quindi questo inconveniente, regolando la sintonia alla ricerca di stazioni mi rendo conto che ne sintonizza poche ovvero solo le maggiori con un alto livello di segnale, immagino che questa bassa sensibilità sia voluta in modo da evitare durante l'utilizzo in movimento che entrino a disturbare stazioni su frequenze adiacenti.
Il suono emesso dal diffusere è pieno con un notevole effetto presenza e rende bene anche a basso volume, sicuramente gli estremi banda sono limitati soprattutto sugli acuti, questa impostazione non mi spiace perchè rende l'ascolto per nulla affaticante ed è lideale per musica di sottofondo.
La potenza di uscita dichiarata (7W) è ben lontana da quella reale che stimo fra i 3/4w che comunque sono sufficenti per l'utilizzo corretto, il fatto che vi sia tutta questa differenza deriva dalla cattiva abitudine che già allora c'era di dichiarare la potenza con alimentazione di 14,4v condizione che di rado si verifica ma soprattutto misurata con tassi del 10 e anche 20% di distorsione, una nota di merito invece va al volume che nonostante l'età non gracchia e poi è stato calcolato con un corretto valore ovvero aumenta effettivamente il volume senza andare in distorsione anche oltre metà corsa cosa che per apparecchi costruiti in quegli anni non era molto frequente.
Bon, questo tutorial termina qui daltra parte cosa vi aspettavate da un oggetto che ha solo due comandi?
Un saluto a tutti quelli di GRIX.